Il destino di MR si è intrecciato per ben tre volte con quello di creature di etnia romena. La prima volta è successo tantissimi anni fa. Lui era arrivato in Italia dopo la fucilazione di Ceausescu, e aveva trovato lavoro in una pompa di benzina. Era alto, biondissimo, zigomi pieni e rotondi, occhi di cinquanta sfumature di verde-azzurro, e possedeva una 128 arancione con due fasce nere sul cofano. MR in quel periodo, contro una naturale e tenace tendenza a rimanere a secco, aveva sempre il serbatoio della macchina pieno, per la gioia, l'equilibrio, e la serenità d'animo di papà E, che spessissimo doveva andare a recuperarla, incazzato nero - tanica di benzina alla mano.
"Vedo che hai imparato la lezione!" dichiarò tronfio, e con l'inequivocabile sorriso stampato in faccia di chi l'ha spuntata con una sordida ed intollerabile mossa estorsiva:
"Mi farai morire di crepacuore, se continuerai così... fai benzina, maledizione! Quando la spia segna rosso significa che sei a riserva, lo capisci?! Oddio oddio, il mio povero cuore!" allorquando, MR, ripulita fino all'ultima goccia di benzina per l'ennesima volta, rientrò a piedi a notte fonda, fatto che coincise con l'arrivo del benzinaio romeno. In buona sostanza, l'incontro destinico tra i due si può riassumere come l'avvento dell'era del pieno, in cui il serbatoio si svuotava al massimo di due dita.
"Cum te chiam?" chiedeva lui sorprendendo MR per la velocità con cui aveva imparato il dialetto ciociaro, che poi scoprì essere identico alla lingua rumena.
"Mi chiamo MR..." rispondeva lei pensando di non aver mai visto in vita sua occhi così belli. Dopo qualche tempo e molti pieni, il benzinaio cambiò mestiere e MR non lo vide più.
La seconda volta che MR è stata travolta da un romeno è successo sul posto di lavoro. Lui, moro, zigomi alti, occhi nerissimi, violinista ribelle e controcorrente, anticonformista e difficile all'occidentalizzazione, corteggiò MR con sorda ostinazione.
"Mi chiamo M, ciao. Hai un'abbronzatura perfettissima!" esclamò con grande consapevolezza di sé la prima volta che la vide.
"Grazie!" rispose lei pensando di non aver mai visto in vita sua occhi così belli. M e MR si fidanzarono, confrontarono le loro diverse culture, e adottarono Tremor che diventò il compagno di giochi di lui. M suonava per Tremor Bach, Mozart, Beethoven, e Paganini, gli insegnò il salto ad ostacoli, usando come ostacolo l'arco del violino, e si rincorrevano per tutta la casa fino a notte fonda. M e MR spesso studiavano insieme. Lei cantava con slancio e passione, lui ascoltava con severa attenzione. Dagli slanci passionali di lei derivavano aspre critiche di lui. MR si incazzava insultandolo in dialetto ciociaro, M rispondeva in lingua rumena:
"Lassem 'n pace", era l'intima celebrazione del, reciprocamente comprensibile, congedo. E, congeda una volta, congeda due, i congedi raggiunsero il traguardo dell'addio.
La terza volta, MR si è relazionata, e si sta ancora relazionando, con O la rumena, vicina di pianerottolo. O è sposata con S, toscano rampante, è bionda, ha gli occhietti furbi, urla e ridacchia sempre. O è pazza d'amore per Gea, e quando la incontra sulle scale - perché MR non può non cedere alle richieste pressanti della bestia che, con mugugni da pennuto, e con l'efficacia dei suoi minacciosi propositi, tipo "fammi uscire o procurati il prontuario 'Come affrontare le ripercussioni di una gatlina incazzata' " - tuba spudoratamente con lei. Ieri sera il ménage è stato a tre, poiché, quando O è rincasata MR era sulle scale, vittima dei vili soprusi a cui la gatlina, che scorrazzava da un pianerottolo all'altro chiocciando con arroganza, la stava sottoponendo.
"Beeeeela, cum è crescut... Vien aicì, pisica... Che bello codino... Mea matusa, zia ce l'ha gatino rosso, egual egual... Beeela, cosa dici, amooore... Eo ce fatto foto, da, petreaza, terasa, cum se dice, terrazza... aspetta, prendo fotografiii!" O, eccitatissima, è
tornata fuori con un album di foto scattate dalla sua finestra, verso il balcone di MR, in cui la bestia rossa si produceva in pose di basso profilo morale e di consumata arte erotica.
"Vedea, guarda questa, cu fiorellini, da, beeeela. Aici, descede, aprire gambe. Amooooore, beeeeeela... Sci, codino, beeelo, musino! Ce ai facut capelli, sembri un pazza, MR!" Stamattina alle cinque, Gea, con qualche ora di ritardo sulla tabella di marcia notturna - che generalmente la vuole allegra e mugugnante all'una circa - ha dato inizio alle danze con salti e piroette a destra e a manca, come consuetudine detta, con il preciso intento di trovare complicità nei prematuri e imposti risvegli di MR.
"Fammi dormire, Gea, non rompere ché tra due ore mi devo alzare per uscire presto!" ha bofonchiato sonnolente MR. Girandosi dall'altro lato si è riaddormentata pensando a O e agli altri due rumeni della sua vita, ai capelli da pazza da lavare, alle commissioni che prima di entrare al lavoro avrebbe dovuto fare: Nasonex in farmacia, bollette alla posta, Obesity per le bestie. Dopo aver buttato a terra dal comò vasetti di creme, smalto, e cosmetici vari, Gea si è arresa e si è riappollaiata. Quattro ore dopo, MR si è svegliata improvvisamente guardando l'ora improbabile con orrore. Niente shampoo, niente Nasonex, niente bollette, e niente Obesity. Se O la rumena l'avesse saputo, avrebbe ridacchiato a crepapelle. E forse anche gli altri due.