sabato 16 febbraio 2013

GLORIA!

L'aspetto più orripilante dell'influenza che in questi giorni ha colpito MR concerne gli accessi di tosse notturni. Un paio di ore di spasmi canini della laringe, a conciliare l'insonnia, ormai da quattro notti.
Spasmi e insonnia che hanno svuotato MR.
Vuoto che MR ha tentato di colmare svuotando, a sua volta, il frigo; ascoltando musica cinese angosciante (il link diceva rilassante, ma tant'è!); riguardando tutta l'intera serie di Candy Candy, piangendo come una fontana.
Rileggendo il vecchio blog. E qui, non solo la vera tragedia, e l'atroce raccapriccio; il vuoto si è fatto cosmico.
Chi cazzo ha scritto questa roba?
L'essere dalla naturale vis comico-buffonesca; colei che, priva di fantasia, si guarda intorno e riporta tutto qui dentro schematicamente e con elementare semplicità; la leggiadra creatura che - ad esempio - dopo una tranvata non si sognerebbe lontanamente di scavare troppo in profondità, e risolve tutto in tre sole fasi:
SVIENE
ARCHIVIA
RINVIENE;
ebbene, quattro anni fa scrisse 'sta cosa agghiacciante. Dovrebbero essere, se non ricorda male, tre diversi modi di accostarsi alle pene di una donna caduta in ambasce da parte di tre amiche. (Due, per la verità, veramente stronze!)
BUON DIVERTIMENTO!


Gloria occupava tutti i miei pensieri ormai da giorni.
Ero stata colpita dalla sua reazione quasi piccata alla catastrofe emotiva che l'aveva travolta.
Aveva sempre anelato al raggiungimento di quel traguardo ed aveva altresì computato la necessità di accoglierne qualsiasi conseguenza. Ora le conseguenze avevano abbandonato l'area in cui erano rimaste in sospeso, per affacciarsi con tutta la loro violenza nella sua vita.
Il suo viso era scavato dal dolore e rigato dalle lagrime che scendevano senza ritegno e che le gonfiavano lo sguardo vacuo. Non mi sentivo di giudicare moralmente il suo operato, ma lo struggimento che riversava su chi le si accostava era terribilmente patetico. Lasciava che le sue gioie trasformatesi in dolori le oscurassero totalmente la coscienza. Parlava di sofferenza acutissima reputandosene vittima inconsapevole. Ma non aveva rimorsi, Gloria. Aveva essa stessa causato dolore, e si sottraeva alle sue colpe non credendo di doverle emendare. Era un lusso che voleva ma non poteva permettersi.
Perduta e dissolta, la sua dignità non vedeva via d'uscita.


 Mi chiedevo come Gloria riuscisse a dormire soffrendo così tanto. Non c'era spazio per la pietà, nel mio animo, verso di lei. Non c'era neanche desiderio di vederla star male. Non c'era assolutamente nulla, e forse era giusto così. Aveva sentito la preoccupazione che tutti avevamo per lei, ma riesco ancora a vederla sorridere per questo. Gloria era caparbia, Gloria era determinata, Gloria era forte. In seguito all'abbattimento del suo obiettivo, Gloria era solo un essere ripiegato su se stesso. Per lei era giunto il momento di affermare i suoi imprescindibili elementi vitali. Ora, doveva farcela da sola.


Quando la sofferenza bussò alla porta di Gloria, assunse in un istante tre diverse sembianze: quella della disperazione, quella dell'afflizione morale, quella del dolore fisico. Si abbatté improvvisamente come un colpo di mannaia, sulla sua mente e sul suo cuore ed in un primo stadio si manifestò in tutta la sua forza invalidando qualsiasi capacità di reazione, di confinamento al di qua dell'umiliazione. Si addensò nei territori più prossimi al cuore, per poi espatriare verso regioni a lui meno limitrofe ma mai fuori le rotte che serravano l'animo nella materialità del corpo. Pur guardando, gli occhi non vedevano niente, e, nel totale disorientamento, fissavano nella mente immagini precise e marchiate a fuoco. In una fase successiva al dilagare del dolore, tutto rientrò e si celò dietro uno sguardo apparentemente placido, mentre l'orgoglio lottava contro l'umiliazione che via via diveniva più sopportabile.
Ma quanto appariva bella, Gloria! Quanto potere le conferiva il dolore! Poteva sembrare fragile colpita da questa inaspettata sofferenza, ma tutte le forze che la sua mente ed il suo corpo chiamavano a raccolta e che lottavano per non emergere, innalzavano Gloria, la ponevano al di sopra di tutto ciò che è controllato e controllabile.
I tornanti della vita espongono al crollo. Dopo il crollo, Gloria era al di sopra di tutto.
Il suo sguardo era perso, ma intenso e vivo di crudo dolore. Le pieghe del suo volto avevano la sottile e sublime purezza di una bellezza diversa.
Gloria soffriva, e per questo, Gloria era bella.


(ED EBBE ANCHE IL CORAGGIO DI AGGIUNGERE QUESTO)

6 commenti:

  1. Cara EmRose, nella sua oscurità, questo tuo vetusto scritto è illuminante :-) riflette l'ambivalenza interiore che spesso nutriamo verso gli altri, soprattutto verso le persone che crediamo di conoscere meglio e con le quali magari abbiamo più contatti...a volte, non ci si capacita di come certi pensieri non siano "attivamente" pensati da noi, ma ci si accorge, quasi nostro malgrado, che siamo noi ad "essere pensati" da pensieri e sentimenti...

    Sulle prime, il disappunto è molto, rimaniamo quasi come delusi di noi stessi...ma poi, valutando il tutto, ci rendiamo conto che fa parte del nostro essere esseri umani, precari, fragili, limitati, ma in qualche modo anche infiniti :-)

    Ecco, ora che ti ho reso pan per focaccia in fatto di oscurità espositiva, ti posso anche salutare coi più classici...

    Bacini domenicali :-)


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    1. caro gilli, non c'è niente da fare, la tua è una mente raffinata e di grandissimo spessore. sei riuscito come sempre a fare una lucida e chiara analisi di qualcosa che ho scritto io, e che dopo tanti anni risultava oscura anche a me. hai perfettamente ragione quando dici che in noi c'è un'ambivalenza di pensiero, e se per certi versi e in alcuni precisi momenti siamo spietati e gelidi, in altri rimaniamo confinati dentro i nostri limiti e le nostre fragilità. è proprio ciò che viene fuori da questo agghiacciante scritto ;) più persone che pensano in modo diverso da riunire sotto un'unica natura, un unico essere. molto affascinante, e nello stesso tempo inquietante l'essere pensati da pensieri e sentimenti. complimenti, gilli, per la tua profondità, e la tua preziosa intelligenza. baci

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    2. o meglio, volevo dire, in alcuni momenti siamo spietati e gelidi ed è frutto delle nostre fragilità e dei nostri limiti. quelle stesse fragilità che si trasformano in forza quando diventiamo comprensivi.

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    3. Grazie, cara EmRose, mi fai arrossire :-)...il tuo modo di scrivere talvolta complesso è sempre uno stimolo a capire...dentro di noi possiamo scorgere complessità tali che in certi casi non è possibile andarle a stanare, se non servendoci di un linguaggio necessariamente ricco di mille sfaccettature...

      E' sempre un'avventura, sia il cercare di capire i misteri in noi, sia il cercare di rendere per iscritto al lettore quanto si pensa di aver capito...

      Poi, quando si vede che la cosa non riesce al meglio, ci si può sempre rilassare con le irresistibili sperimentazioni linguistiche di O la rumena, e con le pellicciose gesta mitologiche di Gea e Tremor :-) (senza nulla togliere alle complesse personalità di O, Gea e Tremor, s'intende :-)

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  2. Tutto si può dire dei tuoi post fuorchè siano schematici, elementari e semplici, il tuo blog è ricercato e complesso ma sempre molto ben fatto.

    p.s. ancora ammalata?

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    1. cara amica, grazie, ma è anche vero che dietro c'è una scelta precisa di adottare una scrittura ricercata che interseca e si mescola con ironia a tratti espressa anche un po' grossolanamente. credo che quando si parla di ciò che ci circonda o che più o meno riguarda la nostra quotidianeità, che non a tutti interessa, vada trovata una cifra, o una modalità di esposizione un po' movimentata. questo vecchio scritto, ad ogni modo, se non si fosse capito, è la storia di Gloria, che, dopo aver fatto scelte sbagliate avendone però goduto, e sapendo che avrebbero potuto portare dolore e sofferenza, alla resa dei conti, quando cioè tutto precipita, si ritrova faccia a faccia con il proprio dolore e con quello che le tre donne che ha intorno possono offrirle a quel punto. le scelte sbagliate non sono specificate volutamente. chi legge può immaginare quello che crede.

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