mercoledì 27 febbraio 2013

E POI BASTA

Era entrata nella Cabina Elettorale (va bene, ancora in questo post e poi basta con le due paroline magiche - Cabina, Elettorale - che nelle ultime quarantotto ore hanno infestato il blob..., il blog. No, è che lì dentro MR si era sentita bene. Protagonista solitaria di un film trito e ritrito, quindi sicura della sua parte; impaziente interprete di un ruolo comune ad un intero paese, con il quale la parte l'aveva ripassata; cittadina plausibilmente disorientata in una avvolgente cella, dove recitare, o meglio, fare la sua parte dal vero).
Aveva chiuso gli occhi, inspirando ed espirando.
Aveva ravvisato promesse nei colori giallo e rosa delle schede e non  in quei simboli che vi erano stampati sopra, dove vedeva racchiusi solo dubbi, incertezze e perplessità.
Aveva tuttavia tracciato, attentamente, responsabilmente, inflessibilmente, il suo segno - la sua ics - sul terreno a lei più congeniale.
Era uscita dalla Cabina Elettorale, ed attendendo fiduciosa vedeva già aprirsi davanti a sé possibilità come:
1) Una spallata sociale (che dicono ci sia stata ed anche extra lusso, cinque stelle, quasi imperiale).
2) Uno scatto d'orgoglio nazionale (che, invece, rivelatosi nazional-popolare, anzi, impopolare, racconta di in-governabilità, di in-verosimiglianza, di im-pantanamento, di tinte maculate - no, non im-macolate -, di paralisi).
3) Un sentimento di comune speranza, e nuove occasioni di rinascita italiana.
Ma sopra ogni cosa, attendendo fiduciosa non immaginava veder spalancate davanti a sé possibilità come:
1) Mezza Italia che ha votato per Berlusconi.
2) Mezza italia che ha votato per Berlusconi. 
3) Mezza Italia che ha votato per Berlusconi.
 

lunedì 25 febbraio 2013

AL VOTO

Ieri MR è andata a votare, ad un'ora improbabile. Erano le 13.00. Ci è andata a quell'ora per evitare code, e paventate tormente di neve previste per il resto della giornata. Ci è andata a piedi - oltre che con la voglia di votare - con la voglia di camminare. Procedendo a passo lento, non potendo correre giacché ancora in pieni postumi influenzali, si è voluta regalare una mezzora di graduale rinvigorimento muscolare.
Beatamente assorta in pensieri di vetusta intimità elettorale, ricordando quanto andava raccomandando decine di anni fa nonno G ("Il voto è segreto! Nessuno ha il diritto di chiederti a chi lo destinerai; e tu non hai il dovere o, peggio, l'obbligo di riferirlo a chicchessia!"), pensando che ognuno è figlio della sua epoca e che ogni epoca, una volta superata, mostra aspetti di stupefacente ingenuità pur con il proprio seguito di irriducibili; in una dimensione tanto trash quanto al passo con i tempi (tempi di condivisione di tormenti amministrativi esteriori ed interiori, e di idee ed opinioni elettorali, tempi in cui anziché la vecchia cabina basterebbe la più attuale e recente linea da non superare, per questione di privacy, delle farmacie, delle banche e delle poste); tutta immersa in una passione doverosamente civica, singolarmente fuori stagione, politicamente e socialmente imbarazzante, MR, ha incontrato uno dei suoi corteggiatori over settanta.
"Buongiorno, V!"
"Ehi, MR! Dove te ne vai, tutta soprapensieri a quest'ora?"
"Vado a votare!"
"Io ho già fatto!"
"Bene, V, molto bene!"
"Però ci ho impiegato un po'!"
"C'è ressa a quest'ora?"
"No, MR, non c'era quasi nessuno! Ma sono rimasto dentro la cabina, con due schede che, ancora prima che per quello che c'era scritto sopra, disturbavano i miei occhi per i loro colori. Una persona della mia età continuerà a vedere rosa o giallo solo per le primavere che gli restano, quindi, non ancora per molto davanti a sé. E indugiando su questi pensieri continuavo a girarmi la matita fra le dita, confuso e nauseato, ferito e offeso. Pensando di trovarmi di fronte ad una libera scelta solo in teoria. Pensando ai miei nipoti e a quale educazione questa Italia, che tutto sommato sembra ancora bella, sarà in grado di impartire loro. A quali colori, a parte quelli promessi da quelle due schede, dipingeranno i loro giorni."
"Hai ragione, V,  la preoccupazione  per l'esito di queste elezioni e per il futuro della nostra Italia è molto forte."

Anche MR si è trattenuta più del dovuto nella cabina elettorale. Si è immedesimata in V, e probabilmente in una grande fetta di italiani. Ha visto in questi, in V e in se stessa l'amore per una terra, per un paese e per il suo futuro. Lo ha cercato in qualcuno di quei simboli ma non ce ne era a sufficienza. Ha cercato di ravvisarvi sacrosanti diritti, rosa e gialli, ma sarà per le tormente di neve, per le bombe d'acqua tutt'intorno, per queste elezioni fuori stagione, che ne ha visti solo di grigi. Nonostante tutto ha messo passione nel tracciare quelle due ics, e ci ha voluto trovare un equilibrio, ci ha voluto riporre delle speranze. Come, crede, abbia fatto, e stia facendo, quella grande fetta di italiani, come ha fatto V, che stanno inseguendo dei sogni, che stanno forzando le serrature dell'asfissia, che stanno sgomitando, fra l'ardito e l'offeso, fra il rischioso e l'attonito.
Desiderosi di una legittima e urgente salvaguardia.      

venerdì 22 febbraio 2013

COGITO ERGO BUM

"MR, ti presento la psicologa B!"
"Oh, buonasera! Piacere!"
"Piacere mio. Come va, tutto bene?"
"Bene, bene, grazie! Vado a trascorrere anche questo pomeriggio con le ragazze, fra poligoni, fattori primi, Achille, Polifemo, complementi d'agente e di causa efficiente, il future to be going to ..."
"Sì, sì, ok, ok, uno di questi giorni mi piacerebbe avere un colloquio con lei!"
"Con me? Ah, va bene..."
(La psicologa B della casa famiglia vuole avere un colloquio con me. In cinque anni di volontariato in questo posto non è mai successo. Nessuno psicologo ha mai ritenuto di dover parlare con me. Va bene che si vede lontano un miglio che in materia di psicanalisi, cioè agli psicanalisti, ho molto da offrire - lo dice anche O la rumena che sembro pazza! - Ma di cosa vorrà parlare? Cosa vuole questa da me? Qualcuno ha avuto da ridire qualcosa? Vuole dirmi che non vado bene per le psicop..., ehm, per le ragazze? Che il mio compito finisce qui? Che devo finirla? Che sono finita?)
"Perfetto, MR! Allora a presto! Le farò sapere quando."

Qualche minuto dopo, con le ragazze.
"Oggi sei diversa!"
"Ah, sì? Come, diversa!"
(Ecco, mi stanno studiando... sono sotto tiro. Stanno avvertendo il turbamento che mi ha causato la psicologa B).
"Non so come dire. Vero, C?"
"Sì, è vero, sei strana!"
(Lo sapevo... sono loro che non mi vogliono. E stanno adottando anche una maniera subdola per mettermi in difficoltà, per testare la mia reazione. Ed io che mi ero affezionata! Stanno cercando un miserabile effetto determinato da una ingiusta causa. Stanno seguendo una crudele logica di rapporto causa-effetto. Hanno una mappa strategica! Mi stanno dicendo che qui dentro qualcuno è di troppo, troppo inadeguato, e che presto lo dimostrerà sbottando.)
"Che compiti avete da fare oggi?"
"Io devo fare la parafrasi di questo brano dall'Iliade!"
"Per me analisi logica e storia!"


Più tardi.
"MR, tu mi spieghi l'Iliade in maniera diversa da P."
"Chi è P?"
"E' l'altra volontaria!"
(Tombola! C'è un'altra. Un'altra che preferiscono a me. Un'altra a derubarmi di qualcosa a cui tengo. Un'altra come in un persecutorio cliché. Un'altra come può essere un'altra per il tuo uomo, un'altra come può essere O la rumena per Gea.)
"Mh, ben..."
"Io capisco le cose solo come me le spieghi tu. Anche la geometria che non mi piace!"
"Sì, hai ragione C, anche io la penso come te."
"P le spiega da grande, tu, MR, le spieghi da piccola..."
"Ti sei truccataaa, ecco cos'hai di diverso oggi! E sei anche vestita bene, ché di solito sei uguale a S, a D e a T che sono suore ma si vestono quasi come te!"
"Sì, è vero, sei più giusta. E più carina!"
(Spiego da piccola, sono più giusta! Non c'è un'altra! Non hanno una mappa strategica per sbattermi fuori da questo posto, non loro, perlomeno!)

Alla fine di un pomeriggio, persa in un limbo di perché e percome.
"Buona serata, ragazze! Arrivederci, S, D, e T!"
"Grazie, MR, arrivederci!"
"Ah, la psicologa B ha avuto a primo acchito un'ottima impressione di te!"
"Sai, da quest'anno i volontari potranno avere un colloquio con lo psicologo!"  

lunedì 18 febbraio 2013

LA VERITA', PER CARITA', SULL'AMORE

1) Comperate un pacchetto di stelline adesive fosforescenti, attaccatele sul soffitto sopra il vostro letto, in modo che compongano un messaggio, per esempio "Ti Amo". Quando le luci vengono spente, ecco che il messaggio appare!

2) Comperate un mazzo di rose rosse e una rosa rossa artificiale. Mettete la rosa finta al centro del bouquet, e attaccateci un messaggio che dice: 
"Ti amerò finché l'ultima rosa sarà appassita".

3) Fatele consegnare dei fiori nel luogo di lavoro. Non solo sarà felice di aver ricevuto dei fiori, ma riceverà anche commenti e attenzioni dalle colleghe, e ciò aumenterà il suo piacere nell'aver ricevuto fiori.

4) Comperate una scatola di cioccolatini; facendo molta attenzione, aprite un lato dell'involucro di plastica e togliete la scatola. 
Aprite la scatola e inseriteci un messaggio dolce scritto da voi. Rimettete la scatola nella plastica e consegnategliela.

5) Passate a prenderla per un appuntamento e bendatele gli occhi prima di iniziare a guidare verso la destinazione della serata. 
Cercate di scegliere qualcosa di speciale e inaspettato, come una tavola imbandita sulla cima di una collina, o una cena in barca o battello. Pensate a qualcosa che abbia un impatto visivo quando le togliete la benda dagli occhi. 

6)

7) Mescolare il tutto, coprire, mettere sul fuoco, aumentare la fiamma, portare ad ebollizione, lasciar carbonizzare. 

Non che sia di decisiva e vitale rilevanza, ma per completezza e onestà informativa, le proposte per un San Valentino indimenticabile fino alla 5 provengono da un sito web (non proprio creativo, ma perlomeno serio), la 6 è una fantasiosa trovata Trenitalia con tanto di frecce tricolori - solo che al posto di quella verde ce n'è una argento - sulla quale MR preferisce non emettere giudizi  per decoro.
La 7 è di MR.
Ché, un San Valentino, prima di crepare di invidia, lo festeggerebbe volentieri. Amen. 

sabato 16 febbraio 2013

GLORIA!

L'aspetto più orripilante dell'influenza che in questi giorni ha colpito MR concerne gli accessi di tosse notturni. Un paio di ore di spasmi canini della laringe, a conciliare l'insonnia, ormai da quattro notti.
Spasmi e insonnia che hanno svuotato MR.
Vuoto che MR ha tentato di colmare svuotando, a sua volta, il frigo; ascoltando musica cinese angosciante (il link diceva rilassante, ma tant'è!); riguardando tutta l'intera serie di Candy Candy, piangendo come una fontana.
Rileggendo il vecchio blog. E qui, non solo la vera tragedia, e l'atroce raccapriccio; il vuoto si è fatto cosmico.
Chi cazzo ha scritto questa roba?
L'essere dalla naturale vis comico-buffonesca; colei che, priva di fantasia, si guarda intorno e riporta tutto qui dentro schematicamente e con elementare semplicità; la leggiadra creatura che - ad esempio - dopo una tranvata non si sognerebbe lontanamente di scavare troppo in profondità, e risolve tutto in tre sole fasi:
SVIENE
ARCHIVIA
RINVIENE;
ebbene, quattro anni fa scrisse 'sta cosa agghiacciante. Dovrebbero essere, se non ricorda male, tre diversi modi di accostarsi alle pene di una donna caduta in ambasce da parte di tre amiche. (Due, per la verità, veramente stronze!)
BUON DIVERTIMENTO!


Gloria occupava tutti i miei pensieri ormai da giorni.
Ero stata colpita dalla sua reazione quasi piccata alla catastrofe emotiva che l'aveva travolta.
Aveva sempre anelato al raggiungimento di quel traguardo ed aveva altresì computato la necessità di accoglierne qualsiasi conseguenza. Ora le conseguenze avevano abbandonato l'area in cui erano rimaste in sospeso, per affacciarsi con tutta la loro violenza nella sua vita.
Il suo viso era scavato dal dolore e rigato dalle lagrime che scendevano senza ritegno e che le gonfiavano lo sguardo vacuo. Non mi sentivo di giudicare moralmente il suo operato, ma lo struggimento che riversava su chi le si accostava era terribilmente patetico. Lasciava che le sue gioie trasformatesi in dolori le oscurassero totalmente la coscienza. Parlava di sofferenza acutissima reputandosene vittima inconsapevole. Ma non aveva rimorsi, Gloria. Aveva essa stessa causato dolore, e si sottraeva alle sue colpe non credendo di doverle emendare. Era un lusso che voleva ma non poteva permettersi.
Perduta e dissolta, la sua dignità non vedeva via d'uscita.


 Mi chiedevo come Gloria riuscisse a dormire soffrendo così tanto. Non c'era spazio per la pietà, nel mio animo, verso di lei. Non c'era neanche desiderio di vederla star male. Non c'era assolutamente nulla, e forse era giusto così. Aveva sentito la preoccupazione che tutti avevamo per lei, ma riesco ancora a vederla sorridere per questo. Gloria era caparbia, Gloria era determinata, Gloria era forte. In seguito all'abbattimento del suo obiettivo, Gloria era solo un essere ripiegato su se stesso. Per lei era giunto il momento di affermare i suoi imprescindibili elementi vitali. Ora, doveva farcela da sola.


Quando la sofferenza bussò alla porta di Gloria, assunse in un istante tre diverse sembianze: quella della disperazione, quella dell'afflizione morale, quella del dolore fisico. Si abbatté improvvisamente come un colpo di mannaia, sulla sua mente e sul suo cuore ed in un primo stadio si manifestò in tutta la sua forza invalidando qualsiasi capacità di reazione, di confinamento al di qua dell'umiliazione. Si addensò nei territori più prossimi al cuore, per poi espatriare verso regioni a lui meno limitrofe ma mai fuori le rotte che serravano l'animo nella materialità del corpo. Pur guardando, gli occhi non vedevano niente, e, nel totale disorientamento, fissavano nella mente immagini precise e marchiate a fuoco. In una fase successiva al dilagare del dolore, tutto rientrò e si celò dietro uno sguardo apparentemente placido, mentre l'orgoglio lottava contro l'umiliazione che via via diveniva più sopportabile.
Ma quanto appariva bella, Gloria! Quanto potere le conferiva il dolore! Poteva sembrare fragile colpita da questa inaspettata sofferenza, ma tutte le forze che la sua mente ed il suo corpo chiamavano a raccolta e che lottavano per non emergere, innalzavano Gloria, la ponevano al di sopra di tutto ciò che è controllato e controllabile.
I tornanti della vita espongono al crollo. Dopo il crollo, Gloria era al di sopra di tutto.
Il suo sguardo era perso, ma intenso e vivo di crudo dolore. Le pieghe del suo volto avevano la sottile e sublime purezza di una bellezza diversa.
Gloria soffriva, e per questo, Gloria era bella.


(ED EBBE ANCHE IL CORAGGIO DI AGGIUNGERE QUESTO)

mercoledì 13 febbraio 2013

QUELLA FURBA DI O

L'altra sera MR ha avuto ospiti a cena.
Tali ospiti seguono - bontà loro - questo blog, pertanto sono al corrente dell'esistenza di O la rumena, la superlativa-che-meglio-non-si-potrebbe-desiderare vicina di pianerottolo di MR. Il rimestamento a turno della polenta - parte integrante del menù della serata - ha fatto da cornice a momenti di discussione lieti e gai, tristi e angoscianti, ironici e umoristici. In questo intenso e socievole mescere polenta e chiacchiere, la domanda non ha tardato ad arrivare.
"Ma O la rumena dov'è?" si sono levati in coro gli ospiti.
A MR è balzato subito in mente un pretesto per presentare ufficialmente ai suoi ospiti, fans di O la rumena ancora prima che di MR la blobber, ehm, la blogger - nella persona viva e reale - il vero motore di questo blog; colei che con la sua gloria tutto muove qui dentro.
Strappandoli con impudenza ed improntitudine alla serale intimità del desinare, MR suona alla porta dei vicini. Apre O la rumena che, masticando rumorosamente e con una crosta di pane in mano, strabuzza gli occhi di fronte ad un plotoncino di sconosciuti ed a MR.
"Buonasera, O, scusami se disturbo a quest'ora... loro sono miei amici... volevo sapere, visto che ho perso la lettera di convocazione, a che ora c'è l'assemblea condominiale venerdì prossimo..." chiede MR senza vergogna.
"Da, eu nu viene adunarii, assemblee parlare foarte, troppo, cum se espune. Nu, eo, nu." si dissocia dall'idea del raduno dell'abitato, sbocconcellando la crosta di pane, O, e chiedendo al marito "S, vino aici. La ce ora este assemblea?"
Arriva trafelato anche S.
"Scusa, S, potresti ricordarmi l'ora dell'assemblea? Ho perso il foglio di convocazione... loro sono dei miei amici." insiste MR sempre senza vergogna.
"Sì, è alle 18.00, al solito posto!" risponde questo cordialmente, di una cordialità che MR in quel momento non merita.
"Dove è pisica, gatina... stamattina a fost aici, in mezzo florelini, da. Come bela, io sunt in dragoste... namorata ei... ieri a intrat in letto mio, da, cu mine... ahahahahahah..." ridacchia compiacente O, sapendo di ingelosire MR, quasi a vendicarsi dell'irruzione fuori luogo e fuori orario di questa&company, ignara dell'adorazione che è in grado di suscitare in rete e che quelli che ha di fronte altro non sono che suoi accaniti ammiratori.
L'indomani, all'ora di pranzo, MR, febbricitante e con la laringe intasata, fa uscire la mucca e la leonessa per la quotidiana passeggiata nella serra-selva di O la rumena, nonchè per l'assunzione della giornaliera dose di marijuana.
"Amoreeee, vene aici, bela... cosa dici, ce spui, pisica... mangia florelini, bine!" esclama uscendo dall'ascensore O.
Strappandola con impudenza e improntitudine alla prandiale intimità del fagocitare l'avanzo di polenta della sera prima, suona alla porta di MR.
"Oddio! Cosa succede? La mucca e la leonessa hanno combinato qualche guaio?" si allarma MR, masticando rumorosamente polenta e salsiccia.
"Nu, totul este bine, cum se espune, cum se dice, va bine tutto. S detto che assemblea este la ora 17.30, nu 18.00. Ce ai facut, MR? Sembri pazza... ahahahahah" spiega O, ridacchiando, e felice di aver reso a MR la pariglia.
"Nu, niente, no, volevo dire, bine, va bene, tutto bene, ho solo un po' di febbre, da, sì!" ribatte confusa MR.
"Pentru febbre, deve prendere TaPIchirina, ahahahahahahha..." consiglia O soddisfatta.

Il decorso dell'influenza è a buon punto. MR non ha ancora riacquistato la naturale emissione vocale, ma la  lisi delle secrezioni va attenuandosi celermente arrecando grande sollievo alla laringe (che minchia c'è in quello sciroppo oltre alla carbocisteina? La calce, il bromuro, la colla, il nitrato d'argento?) La TaPIchirina consigliata da O la rumena ha sortito i suoi ottimi effetti: temperatura corporea nei limiti della norma.

martedì 12 febbraio 2013

NON LE VIENE MANCO UN TITOLO

Due anni, si è fatto attendere due anni ma è tornato.
Il malanno di stagione che per un soprannaturale motivo, nel lontano 2011 aveva voltato le spalle a MR dopo una mostruosa influenza, ha colpito di nuovo. 
La succitata mostruosa influenza fu una roba che iniziò con un banale mal di gola e degenerò in broncoquasipolmonite, che durò tre mesi - come sempre succede a MR, nonostante il vaccino -, e le fece invocare perfino San Biagio Martire, protettore della gola. Questo, per tutta risposta, le si palesò in un delirante e febbrile sonno, mentre faceva skateboarding sulle strade di San Francisco e la salutava gaio con la manina, dandole la netta impressione che per la guarigione non se ne sarebbe fatto niente. Allora MR cercò freneticamente su internet altri Santi a cui votarsi, ma non trovò nulla di interessante, a parte alcune terribili e agghiaccianti notizie, tipo che un certo San Bonaventura, riesumato, fu ritrovato con la lingua intatta, e che il conterraneo ciociaro San Tommaso d'Aquino viene invocato contro le tentazioni carnali (per questo tipo di invocazioni si cambi Santo subito; non un ciociaro, per carità di Dio!)
Dunque, oggi MR sta nuovamente male.
Per la precisione:
al posto della laringe ha un tubo di scappamento;
anziché svuotare il reparto psicofarmaci della farmacia, si è portata a casa l'intero scaffale di medicinali per il trattamento delle affezioni respiratorie. L'aumento dell'espettorato, che può osservarsi fin dai primi giorni e che dimostra la lisi (che minchia è la lisi?! Poi MR va a vedere) delle secrezioni patologiche, si attenua rapidamente. E' scritto sulle tavole delle indicazioni, cioè sui bugiardini, cioè su quei malefici fogli illustrativi nei quali, prima dell'uso, leggere attentamente le avvertenze, tenere fuori dalla portata dei bambini (in queste due ultime frasi aumentare la velocità di lettura e cimentarsi in uno sfrenato scioglilingua, ché nella vita aiuta sempre); 
pertanto, il tubo di scappamento sta iniziando a sbuffare come un rinoceronte. MR attende con impazienza l'attenuazione del fenomeno, alzando il tiro e scongiurando, per una pronta guarigione, anziché i Santi, la Madonna di Montserrat;
la calda, suadente, bronzea voce di contralto ha ceduto il posto ad un'emissione profonda che manco Cesare Siepi, con slittate cinguettanti verso il candore della emanazione sonora ante muta vocale;
la tigre Tremor ("No, ma quale trigre, è più un puma!", "Macché puma, io direi una mucca! E' proprio una mucca, non si scappa!"), che in un sentito e partecipato confronto tra amici di MR, è stata declassata, per deformazione di mole e indolenza, ad inferiore razza animale, e la leonessa Gea sono accoccolati felici da ore sotto le coperte, abbarbicati, consolatorii, ai fianchi di MR tra slinguettamenti, morsichetti, e grattini vari;
lo scaffale di medicinali per il trattamento delle affezioni respiratorie, che MR si è portato a casa dalla farmacia, evidentemente, può indurre sonnolenza. MR sta crollando dal sonno, tra la mucca e la leonessa, ma non può chiudere senza lasciarvi il risultato della ricerca del termine LISI.
Dicesi LISI: 
Biologia, dissoluzione di cellule o microrganismi patogeni.
Medicina, disgregazione di tessuti dovuta a necrosi, putrefazione o fermentazione.
Medicina, abbassamento lento e graduale della febbre.

venerdì 8 febbraio 2013

CORSO DI RIQUALIFICAZIONE

Quando circa un mese e mezzo fa, MR, insieme ad un gruppo di suoi colleghi in CIG, si recò presso un ente di formazione per essere orientata ed indirizzata su eventuali corsi di riqualificazione (prassi obbligatoria), si aspettava che la Tipa incaricata al colloquio, che qui chiameremo T, fra la svariata serie di possibilità, suggerisse percorsi formativi che attenessero all'ambito professionale di provenienza. MR pensava che T avrebbe indirizzato le donne a corsi per imparare a disegnare un fiore sul tamburo, come Rosina, a tela e a seta a ricamar in casa e fuori come Mimì, ad insegnar il canto ai passeggeri, come Musetta (che poi, MR non ha mai capito come si possa insegnare il canto ai passeggeri; una full immersion? Un corso accelerato? Una sveltina?), e gli uomini a formarsi per pinger quel guerrier sulla facciata, come Marcello, o direttamente per factotum, come Figaro. (A MR, a questo punto, scappa una  piccola digressione, dettata da un moto di ammirazione. Il  fatto che il factotum sia Figaro, un appartenente alla categoria degli uomini, la dice lunga su come questi siano naturalmente predisposti a fare qualsiasi cosa. Tutto scaturisce dalla loro congenita attitudine alla varietà. Gli uomini sono programmati factotum dalla nascita, e tali si sentono. Fanno tutto con tutto. Prendono in mano un trapano?! Oltre a forarci  i muri (a tratti ricordano Rambo) riescono a farci anche una simultanea dall'armeno, a giocarci in  borsa, a ritirarci i soldi al bancomat, a farci il pane, e a ricamarci al telaio a punto erba. In buona sostanza, in ogni uomo ci sono un Figaro ed un Rambo con un trapano in mano. Davvero mirabile! Chapeau! Chiusa digressione.) Invece T, in estatica autocelebrazione, ha parlato per tre ore di normative speciali, legge 223, attuazione di direttive, bla bla bla (martellamento sulle zone erogene) e di corsi di lingua inglese e di informatica. A questi ultimi MR si è rifiutata anche solo di pensarci; preferisce continuare ad essere autodidatta, poiché ha i suoi tempi di apprendimento (lunghi), non tollererebbe le insidie della condivisione (la timidezza vincerebbe anche sul migliore dei propositi), e l'onta dell'ultima della classe. Ma ad ogni modo, l'evenienza corsi, per ora, sembra essere sfumata. MR, però un pensiero al futuro e ad una nuova disciplina formativa lo ha rivolto. Non si sa mai, con i tempi che corrono, potrebbe sempre tornare utile. Ha pensato che si potrebbe reinventare, se proprio non cantando in tutti i cessi, almeno pulendoli. Ma poi le è venuta in mente la serra di O la rumena - avete presente? -  per una riqualificazione e una formazione che T se la sogna. Nel senso che, MR ha il sospetto che la leonessa Gea e la tigre Tremor siano attratti dalla selva poiché in questa si nascondono coltivazioni illegali di marijuana (MR ha visto i felidi masticare foglie, non penserete mica che sia tanto in malafede da fare illazioni così pesanti a casaccio!); ovviamente O la rumena ha messo le mani avanti spiegando che si sta dedicando anche alla piantagione di erbe officinali, così da giustificare il ruminare dei due felidi: " Uuuuuhhhh, mesteca plante medicinale! Da, sunt bune, sci de a face bine... Cum se espune... fare bene bene!" E qui è svelato il motivo dell'eccitata partecipazione di Gea al giardinaggio con O, nonché il vitale slancio affettivo verso questa, e il sonno incoercibile e agitato di Tremor. Ora, il piano è questo. MR vorrebbe chiedere ad O la rumena di introdurla nel mondo della "botanica". L'obiettivo è quello di apprenderne ogni rudimento al fine di sviluppare una riqualificazione nuova ed alternativa per un futuro professionale sicuro. L'affare prevede uno scambio: l'omertà di MR con la spartizione degli incassi del traffico di sostanze stupefacenti tra le due. O la rumena avanzerà di certo pretese più ambiziose, chiedendo a MR di sacrificare un altro po' dell'amore di Gea all'altare delle sue attenzioni. Insomma, dovranno spartirsi anche la leonessa. MR pensa che sia uno sporco affare, ma pur sempre un affare.

mercoledì 6 febbraio 2013

IL LAVORO PIU' BELLO DEL MONDO

L'ultimo post si è concluso con una amara circonlocuzione. MR, per dire con incisività che il suo amatissimo lavoro sta attraversando una fase difficile, si è imbarcata in una enfatica perifrasi che suonava così: "quell'inconfondibile, indicibile, ineffabile, indescrivibile, insostenibile situazione di epocale merda professionale, quindi esistenziale, dunque, vitale."
L'impegno - che poi è sfociato in una catartica ed efficace scelta lessicale - a non cedere alla seduzione di triviali grossolanità, come avrete notato, c'era.
Credete! MR avrebbe voluto usare costrutti come "il periodo è delicato" o anche "il momento è complicato", ma non sarebbero stati ugualmente eloquenti.
E poi, qualche volta le piace essere licenziosa, selvatica, e impulsiva.
Le piacciono anche finesse e stilnovismo, ma un'oratoria forte, e una facondia tagliente, nel rendere l'idea, anche scritta,  non temono rivali. 
Insomma, MR si sente più compresa.
La fase difficile, il periodo delicato, il momento complicato, la situazione di merda del lavoro di MR, che, dunque, nelle ultime settimane ha visto il suo acuirsi - certamente, in un panorama di generale disagio lavorativo, italiano e non - è pesante ed imbarazzante da affrontare. A volte è come trovarsi di fronte al peggiore degli incubi, altre ad una cortina da non superare per rendere tutto tabù e non volerne parlare, altre ancora ad un dolore da celebrare, nonostante il sanguinamento. Gli stati d'animo, ormai da troppo tempo, continuano ad essere messi a dura prova; si passa repentinamente dall'incredulità alla ribellione, dalla disperazione alla tristezza più cupa, e ci esce anche qualche cazzata di troppo.
Poi ci sono quei momenti in cui la magia, che il lavoro più bello del mondo riesce sempre ad evocare, riemerge proterva; anche sotto le minacce del peggiore degli incubi, stracciando la cortina del divieto sacrale, guardando dritto in faccia il dolore, ed entrando nelle ossa. Può essere la magia dello spettacolo tout court, del formicolio che dalle tavole del palcoscenico penetra le gambe per arrivare all'anima, del pubblico che assiste sognante al sogno di chi lavora per allietarlo. Oppure può essere la magia di ritrovarsi dietro le scene, a luci soffuse, una rappresentanza professionale per ogni settore. Allerta generale. Grandi e pesanti tavoli, coriandoli, bicchieri, vassoi pronti per essere portati in scena. Contenitore della pece per le scarpe. I tecnici attrezzisti a porre ogni cosa al proprio posto. Sarte e parucchiere per gli ultimi ritocchi. I cantanti solisti in prima linea, di seguito i figuranti, poi il coro, e ancora l'orchestrina. A coordinare le aperture delle porte il comando di un tecnico macchinista verso i suoi colleghi. Il "Prego, signori, in scena!" dei maestri collaboratori, ultimo tassello di quella magia esplosiva che dilaga.
Inevitabilmente.
Dal retro di quelle porte fino all'ultima fila di poltrone.
Ad accoglierla orchestra, direttore e pubblico.
Quella magia è l'inestinguibile anima del lavoro più bello del mondo.    

martedì 5 febbraio 2013

PREGO, MANTENERE LA CALMA

O la rumena e MR sono vicine di casa dirimpettaie.
Abitano il luminosissimo settimo ed ultimo piano di un condominio; sopra di loro il cielo; ma per vederlo lo sguardo dovrebbe spingersi oltre il soffitto o immaginarsi dipinta su questo l'Assunzione della Vergine Maria. Sul pianerottolo e lungo l'ultima rampa di scala, O la rumena ha creato una serra dove - insieme a Gea - coltiva fiori e piante di ogni specie, genere, famiglia, e ordine. Una vera selva, nella quale generalmente dopo i pasti, la leonessa Gea ("Com a crescut! Arata ca un leu! Cum se spune... pare leona, da, leona!"), e la tigre Tremor si addentrano, chiamati dalla vigorosa vegetazione, fra fitte conifere, rigogliosi rampicanti, e profumate erbacee. Si immergono nella minacciosa ed orrida oscurità delle fronde, tali e quali ad Angelica, Dante, Virgilio, e Alfieri.
Ieri sera, i due felidi si sono fermati prima. Sono rimasti immobili, l'uno accanto all'altra, di fronte all'appartamento di O la rumena. Al di là della porta l'abbaiare compiacente di un cane.
"Otello, buono! Vieni, Otello!" cerca di distoglierlo S il marito di O.
Di O, che di solito dà segni di vita schietti e indubbi, draconiani e puntuali, nessuna traccia.
(Otello? O la rumena ha comprato un cane? Lì dentro non c'è mai stato un cane. Dov'è O la rumena? Si è trasformata in un cane? Effettivamente quell'abbaiare ricorda un po' il rumeno. E si chiama O.  O il rumeno!) sogna MR agitandosi (nel senso che era proprio un sogno). 
Sarebbe bene che MR mantenesse la calma, e che cercasse di uscire indenne da un periodo non semplice, a dir poco; più precisamente, da quell'inconfondibile, indicibile, ineffabile, indescrivibile, insostenibile situazione di epocale merda professionale, quindi esistenziale, dunque, vitale. No, è che agitandosi ha sognato anche di certi Don Carmina e Giovanni Bu(rana).  
Intanto, oggi pomeriggio prova di Carmina Burana, e stasera replica di Don Giovanni. Calma, e puntini sulle i.